GEMBA POWER
GEMBA POWER
Lo so che posso sembrare banale e riduttivo, ma
l’unico paragone, l’unico detto che mi gira per la testa è questo: “Tra il dire
e il fare c’è di mezzo il mare”. Saggia mia nonna che lo ripeteva quando
mi incitava a seguirla nel campo per
vedere dove effettivamente nascevano frutta e verdura e quanto tempo e passione
e fatica costasse riempire il cesto. Tralascio il fatto che purtroppo i nostri
figli non hanno mai coltivato e raccolto frutti della terra … Non voglio
passare per il vecchio che dice “qui una volta era tutta campagna”, volevo solo
proporre un argomento. Guardare “Master Chef” o provare a cucinare
un buon piatto, magari non da premio ma un semplice buon piatto; Guardare un
gran premio o assistere ad un gran premio, sentire un disco o partecipare ad un
concerto live, Live: vivo reale; vedere un bel documentario in HD o fare un
viaggio. Ho citato solo 4 rappresentazioni di piatti, gare e musica, svago , ma
dal vivo i sensi amplificano l’oggetto , l’accaduto rendendolo colorato,
dandogli una dimensione un peso, rendendolo reale e quindi vero non artefatto,
non filtrato, così com’è. Quando in produzione (ed intendo produzione di beni o
servizi) si cita la parola giapponese GEMBA è questo che si intende.
Si parla spesso anche di filosofia delle 3 realtà : GEMBA –
GEMBUTSU- GENJITSU, ovvero Andare sul terreno- Osservare ciò che accade –
Raccogliere i dati.
Vi riporto tal quale quanto ho letto anni fa in un libro
ancora recentissimo “Gemba Kaizen” di Masaaki Imai (fondatore del Kaizen
Institute) . Copia disponibile per consultazione nel mio ufficio.
Un consulente Kaizen:Kristianto Jahja che lavorò alla
fusione tra il gruppo Astra e Toyota Motor Company in Indonesia, ricorda la
prima volta che fu inviato nello stabilimento Toyota in Giappone per un periodo
di addestramento. Il primo giorno un supervisore che gli era stato assegnato
come guida lo portò in un angolo dello
stabilimento, disegnò un cerchio per terra
con un gesso e gli disse di restarvi dentro, fermo tutta la mattina a
osservare attentamente quello che succedeva.
Così Kristianto stette ad osservare a lungo, passò
mezz’ora e poi un’ora . Con il passare del tempo iniziò ad annoiarsi perché
vedeva solo lavori di routine e ripetitivi. Alla fine si adirò e si disse:”Ma che cosa stà cercando di fare il
mio Supervisore? Dovrei imparare qualcosa qui, ma non mi insegna niente. Vuole
forse dimostrarmi il suo potere? Che razza di addestramento è questo?” . Prima
che si innervosisse , il supervisore ritornò e lo portò nella sala riunioni.
Qui chiese a Kristianto di descrivere che cosa aveva
visto, Gli pose domande precise come: “Cosa hai visto li ?, “Cosa pensi di
questo processo”. Kristianto non fu in
grado di rispondere a molte domande e così comprese di aver trascurato
molti elementi importanti nelle sue osservazioni.
Il supervisore gli illustrò pazientemente i punti su cui
non si era soffermato e facendo schizzi su un pezzo di carta per descrivere il
processo con maggiore chiarezza e cura. Kristianto a questo punto comprese
quanto poco ne sapeva del processo e quanto invece ne sapesse la sua guida.
Poco a poco, ma
chiaramente, divenne evidente a Kristianto che il Gemba era fonte di ogni
informazione. Così la guida gli disse che per diventare un uomo Toyota
bisognava amare il Gemba e che tutti i
dipendenti Toyota lo ritengono il luogo più importante nella società.
Kristianto afferma: “questo è stato sicuramente il
miglior addestramento che abbia mai avuto, mi ha aiutato a diventare un vero uomo gemba e questo modo
gemba di pensare mi ha influenzato in tutta la mia carriera. Anche oggi, ogni
volta che vedo un problema , penso immediatamente, quasi grido ad alta voce
“Per prima cosa vai nel Gemba e dai un’occhiata”.
Anche quando Taiichi Ohno notava che un capo aveva perso
il contato con la realtà del gemba , lo portava in stabilimento, tracciava un
cerchio e lo faceva stare li fino a che
questi non ne prendeva coscienza. Diceva inoltre ai suoi capi: “Andate nel Gemba almeno una volta al giorno
e quando ci andate fate in modo di non consumare invano le suole ma
tornate con almeno un’idea per il
kaizen.
Il Gemba è lo specchio
del management
Curiosi? Sono sicuramente, per noi occidentali, dei concetti
ancora oggi forti e non applicati in pieno, ma è indubbio che la loro potenza è enorme. Il mio sensei Kawashima San
diceva : “ho solo 2 strumenti per risolvere i problemi : le mie gambe e i miei
occhi”. Vorrei portarvi ad espandere questo concetto con : udito, tatto ,
olfatto ed avere quindi la percezione dell’ambiente:
rumore , temperatura , fumi-profumi , luminosità. Tutto aiuta a vedere meglio
le cose e a capirle.
Nel mondo reale esiste La gravità ! cerchiamo di sfruttarla
; esiste il tempo e scorre… in un verso (quello delle lancette non si torna
indietro il tempo perso è perso. Il
tempo è danaro : circa 1 centesimo a secondo, non sprechiamolo; esiste lo spazio… vicino , lontano, alto,
basso. 1m = 2 passi = 1
secondo…sfruttiamolo al meglio. Nel Gemba questi elementi spazio-tempo e
gravità modellano i nostri comportamenti. Spingiamoci sino a provare produrre un pezzo e
giudichiamo se è buono o cattivo,
come devo lavorare, come devo controllare, ho fatto la mia produzione ? Cosa
devo produrre, quanto devo produrre ?
sono tutte domande lecite che fanno del Gemba il posto dove dobbiamo trovare
le risposte (o dobbiamo dare le risposte) oppure si corre il rischio di creare
Spreco (Muda).
I cantieri, workshop, fatti sul “campo” si chiamano Gemba
Kaizen e per farli in maniera proficua i componenti del team operai-supervisori-dirigenti devono comprendere le basi come: il muda, la pulizia (5S), la
gestione a vista e la standardizzazione;
applicandoli con perseveranza e rigore.
Gemba un luogo reale , un luogo speciale
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